Benessere Digitale in Famiglia
Fastweb è da sempre è attento a come far vivere positivamente la tecnologia in famiglia e si è concretamente occupato dell’educazione ai media, di fornire alcune indicazioni educative e dei brevi concetti chiave di cittadinanza digitale, occupandosi dei genitori, dei bambini e degli adolescenti che vogliono rendersi più consapevoli della loro vita digitale e di quella dei loro cari.
Vediamo in tal senso alcuni semplici accorgimenti per aiutare ad accompagnare e tutelare I bambini:
Rivedere le abitudini familiari
La prima mossa da fare per progettare una strategia educativa per l’uso dei media digitali dei nostri figli è rivedere i nostri comportamenti di adulti. In primo luogo, niente smartphone a portata di sguardi durante i pasti, prima di addormentarsi in camera da letto, quando si rivedono i propri figli all’uscita da scuola.
La pervasività dei device, soprattutto lo smartphone, rischiano infatti di mettere in secondo piano la relazione personale, innescando frustrazione nei più piccoli nel momento in cui la tecnologia sembra rubare l’attenzione dei genitori (un comportamento di distrazione dall’interlocutore che in gergo viene chiamato “phubbing”). È importante quindi che il genitore protegga i momenti familiari dall’intrusione della tecnologia.
Dare il buon esempio nella comunicazione online
Il buon esempio dei genitori è fondamentale anche nella vita relazionale online, nella capacità di usare toni moderati e non offensivi e nella gestione della privacy propria e dei figli stessi (anche per questo motivo è importante non pubblicare foto dei figli sui social!). Riuscire a consolidare queste abitudini, sin dai primi anni di vita dei propri figli, significa porre le basi per un loro corretto uso degli strumenti digitali anche in periodi più delicati, come la pre-adolescenza e l’adolescenza.
Moderare l’uso degli schermi nei primi anni di vita
Nei primi anni di vita, smartphone e tablet vanno introdotti gradualmente, affiancandoli ad attività pratiche manuali, e sempre sotto la supervisione di un adulto. La presenza dell’adulto è fondamentale sia per monitorare il tempo speso nell’uso di questi dispositivi ma soprattutto per verificare l’appropriatezza di applicazioni e contenuti, oltre che per offrire un modello di utilizzo positivo.
Quanto tempo i bambini possono stare davanti allo schermo? È difficile dare delle indicazioni nette ma, se si desidera un riferimento, la Società italiana di Pediatria (SIP) consiglia di evitare totalmente gli schermi nei primi 2 anni di vita, oltre che durante i pasti e prima di andare a dormire a qualunque età. Viene raccomandato di limitarne l’uso ad un’ora al giorno nei bambini tra i 2 e i 5 anni e a due ore giornaliere per quelli tra i 5 e gli 8 anni.
Attivare blocchi e il filtro parental control nei tablet e Smartphone
È bene che i dispositivi che si trovano in casa abbiano appositi blocchi che impediscono un uso non controllato e casuale ai più piccoli che li dovessero trovare in giro. È utile, in questa fase, anche l’installazione di appositi filtri famiglia (i cosiddetti filtri parental control), in grado di operare una selezione “a monte” di contenuti del tutto inappropriati per questa età.
Per quanto riguarda I bambini più grandi ed I pre-adolescenti invece i consigli da seguire sono:
Introdurre lo smartphone con gradualità
L’arrivo dello smartphone dovrebbe avvenire in modo graduale. Più che l’età anagrafica, conta la capacità di gestire le diverse situazioni comunicative, relazionali e informative che avere uno smartphone comporta.
Quando i genitori decideranno di fare questo passo, lo smartphone non andrebbe quindi consegnato e lasciato immediatamente sotto il controllo totale dei minori. In altre parole, lo smartphone è uno strumento molto potente che è necessario imparare ad usare correttamente, e ciò richiede esercizio.
Fino a quando un figlio non è sufficientemente maturo e capace di controllarsi, lo smartphone potrebbe, ad esempio, essere “prestato” dai genitori e utilizzato per fini chiari (un gioco, un’applicazione, la partecipazione a una chat) e con tempistiche ben definite. Il primo smartphone potrebbe poi beneficiare di connessione dati solo in casa e grazie alla rete wi-fi.
Concordare le regole
Una volta che il figlio/a riceverà uno smartphone personale e connesso sarà fondamentale concordare con lui/lei i tempi e i modi di utilizzo, valutando (almeno inizialmente) la possibilità di consegnare temporaneamente ai genitori i dispositivi nei momenti della giornata più delicati (come il sonno o lo studio).
Il fine di questo progressivo allargamento della sfera di autonomia sarà quello di sviluppare nel ragazzo o nella ragazza la capacità di autoregolarsi, sia rispetto ai contenuti e alle relazioni sia rispetto ai tempi e modi di utilizzo.
Usare assieme i nuovi media in modo costruttivo
Bambini e ragazzi, ma in molti casi anche gli adulti, tendono a concentrarsi in modo eccessivo su attività ludiche (videogame, visione di video ecc.) o comunicative (chat, commenti e messaggi) ignorando alcune funzioni più complesse che possono essere incentivate da un uso familiare e finalizzato a obiettivi comuni. È molto importante valorizzare la Rete, mettendo in luce le sue potenzialità attraverso il co-utilizzo, cioè l’utilizzo condiviso.
Per esempio, è possibile progettare insieme una vacanza con l’uso di mappe e applicazioni specifiche, oppure utilizzare un portale di visualizzazione 3D delle opere d’arte per rivedere assieme alcune sculture viste durante l’ultimo viaggio. E ancora: cercare informazioni per una discussione, scrivere un testo insieme, addirittura – per i più evoluti – programmare un software. Il co-utilizzo rappresenta una pratica benefica per lo sviluppo delle competenze digitali dei figli, ma anche per la possibilità di utilizzare il digitale per finalità positive e arricchenti.
Uno degli obiettivi primari dell’educazione digitale, quindi, dovrebbe essere quello di stimolare la curiosità e creatività per aprire ai nostri figli le enormi potenzialità positive del mondo digitale. E questo, ancora una volta, rappresenta un’occasione di crescita per i genitori stessi!
Infine per le categorie degli adolescenti e dei ragazzi più grandi, è di fondamentale importanza:
Proteggere il sonno e lo studio
Si parla molto di dipendenza da Internet, dagli smartphone e dai videogiochi. Fortunatamente, la dipendenza vera e propria riguarda una piccola minoranza di giovani. In questi casi, che dovrebbero essere trattati da specialisti competenti, si nota una vera e propria fuga dalla realtà negli ambienti digitali, abbandono degli interessi precedenti, isolamento sociale e pesanti conseguenze sul benessere psico-fisico.
La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze tende solo ad un utilizzo eccessivo, che necessita di essere meglio regolato. Ciò soprattutto in alcuni momenti particolarmente importanti della loro vita quotidiana, innanzitutto il sonno e lo studio.
La riduzione delle ore di sonno è uno dei problemi principali connesso alla presenza degli smartphone nella vita degli adolescenti. Dormire bene e a sufficienza è importante in tutte le fasi della vita, ma soprattutto durante lo sviluppo. Tuttavia, l’adolescenza è anche uno dei periodi maggiormente critici per le relazioni sociali, che in questa fase sono spesso vissute molto intensamente. Gli strumenti digitali permettono di amplificare queste relazioni attraverso chat e messaggi, la cui mole giornaliera – unita alla portabilità dello smartphone – può portare un adolescente a spendere molte ore online, anche di notte.
Analogamente, i momenti dedicati allo studio a casa andrebbero protetti dalle continue intrusioni e interruzioni derivanti dalla vita sociale online. La ricerca empirica ha dimostrato che il multitasking (il tentativo di fare più cose nello stesso lasso di tempo) in realtà non funziona neanche per i più giovani “nativi digitali”, in quanto aumenta la probabilità di commettere errori e conseguentemente anche la frustrazione.
Educare ai momenti off-line
Anche i videogiochi possono diventare totalizzanti nella vita dei ragazzi perché stimolano la parte più emotiva del cervello. Vanno quindi stabilite regole chiare sull’uso. Ancora meglio sarebbe decidere insieme a loro tali regole, dopo una discussione in cui vengono soppesate le legittime esigenze dei ragazzi e le altrettante legittime preoccupazioni dei genitori.
Una buona abitudine che si può instaurare insieme è sicuramente quella di fissare in anticipo tempi e spazi di utilizzo dei videogiochi. Oppure quella di riporre lo smartphone in un luogo comune nei momenti più delicati come la cena, durante alcune fasi dello studio o prima di andare a letto. Inoltre, per evitare l’ansia che deriva dalla privazione della possibilità di comunicare in tempo reale, i ragazzi possono avvisare i contatti più stretti che non saranno online per un periodo (ad esempio nelle successive due ore). In tal modo, essi limiteranno la cosiddetta FOMO (fear of missing out), cioè la paura di essere tagliati fuori da un flusso di comunicazione, oppure il timore di dare l’idea di una mancanza di interesse verso gli altri.
Conoscere i rischi della rete per parlarne insieme
Il fatto che i più giovani siano molto abili a usare i device digitali non significa che essi siano anche in grado di mettere bene a fuoco i rischi legati a fenomeni come cyber-bullismo, sexting (l’invio di materiale sessualmente esplicito online), adescamento online e altre insidie della Rete. Mantenere aperto un canale di comunicazione sulla tecnologia in famiglia, quindi, è necessario per sviluppare senso critico nei ragazzi in grado di facilitare la prevenzione di queste problematiche.
Perché ciò avvenga, tuttavia, si consiglia all’adulto di evitare di porsi come figura giudicante e proporsi invece come riferimento che, da un lato garantisce una supervisione rassicurante e, dall’altro, è interessato a capire la vita online del proprio figlio ed è in grado di offrire comprensione e aiuto. La ricerca mostra che il dialogo con genitori consapevoli aumenta la competenza digitale e la capacità di muoversi negli spazi online.
Rispetto ai rischi citati, l’obiettivo di lungo periodo è lo sviluppo di un atteggiamento scettico e cauto rispetto a quello che si trova online, a quello che vi si scrive e a quello che vi si legge. Tale atteggiamento dovrebbe spingere i ragazzi a tenere sempre ben presente, per esempio, che non tutti i profili nei social sono veritieri, che mantenere privato un contenuto online è difficile e talvolta impossibile, o che il fatto che una notizia sia stata “girata” da un amico non significa che essa sia attendibile. La comproprietà dello strumento e il co-utilizzo, di cui abbiamo discusso negli altri punti, possono essere funzionali proprio all’instaurarsi di un confronto abituale genitori-figli su questi argomenti.
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